Come usare la telemedicina nei pazienti con malattie polmonari

L’opportunità è ghiotta sia per i medici che per i pazienti: la telemedicina permette di monitorare i progressi di una terapia a distanza. Il paziente non si muove da casa, il medico non lascia il suo lavoro. Ma la medicina a distanza deve essere “dosata” con estrema attenzione: al paziente giusto, la cura giusta. La scelta deve seguire criteri di appropriatezza.
Per questo l’European Respiratory Society ha messo in piedi una task force con il compito di elaborare un documento sul telemonitoraggio dei pazienti trattati con ventilazione meccanica domiciliare. Il lavoro, che ha analizzato la letteratura scientifica pubblicata sull’argomento fra il 2013 e il 2015, è stato presentato nel corso del congresso della società scientifica tenutosi nelle scorse settimane a Londra.

Il report fornisce indicazioni circa i parametri clinici, la trasmissione dei dati, le modalità di gestione del paziente, la strumentazione necessaria e tutte le informazioni che riguardano i sistemi di tele monitoraggio in paesi in cui questi sistemi sono in uso o come utile direttiva per quei paesi che intendono sviluppare nuovi sistemi di ventilazione meccanica domiciliare promuovendo studi clinici in questo campo.

«Ciò che emerge dall’analisi della letteratura – commenta Michele Vitacca Responsabile del Gruppo di Studio Aipo Pneumologia Riabilitativa e Assistenza domiciliare – è ancora contraddittorio. Non si può pensare a un utilizzo indiscriminato di questi sistemi. Come accade in tutte le novità cliniche è necessario una posizione equilibrata che non si lasci ammaliare dai facili entusiasmi ma che nel contempo disdegni atteggiamenti di chiusura verso ciò che è nuovo e innovativo. Il punto è contestualizzare: una stessa tecnologia può essere utile per una tipologia di paziente ma non per un’altra».

Dalla review è inoltre emerso che l’efficacia della terapia può variare molto da Paese a Paese.

«Nei paesi dove i sistemi di aiuto e assistenza da parte del personale infermieristico sono ben strutturati –  spiega Vitacca – l’aggiunta di monitoraggio apporta un vantaggio minore e non è conveniente da un punto di vista economico rispetto ai paesi in cui il monitoraggio domiciliare dei pazienti è meno strutturato».

Inoltre non tutte le patologie rispondono allo stesso modo. Il telemonitoraggio sembra funzionare bene nella gestione di pazienti affetti da malattie neuromuscolari disabilitanti come la sclerosi laterale amiotrofica o nelle persone che soffrono di problemi respiratori durante il sonno. Più contraddittori sembrano essere i risultati su patologie come la Bpco e la conseguente insufficienza respiratoria cronica.

«La ricerca – conclude Vitacca –  ha messo in luce come le nuove opportunità offerte dal progresso tecnologico vadano collocate nel contesto giusto».

Fonte: www.healthdesk.it/medicina/telemedicina-consigli-aipo-sfruttarla-meglio